DISCLAIMER

E' molto importante che ogni singolo visitatore abbia ben chiaro che tutto quello scritto in questo blog riflette la mia personale esperienza. Tutto quello che viene pubblicato vuole essere solo una narrazione dalla quale ognuno può carpire alcune informazioni utili alla propria esperienza, ma NON garantiscono nessun successo, né che gli eventi accadono con le medesime modalità e successione con il quale si sono presentati al sottoscritto. Tutti i consigli forniti sono relativi al mio trascorso personale, questo non significa che la realtà sia necessariamente come da me descritta, nè tantomeno che troviate le stesse difficoltà/opportunità da me incontrate. Enjoy your reading!

domenica 25 novembre 2007

Qoelet 3, 1-8

1Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.

2C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
3Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
4Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
5Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.

6Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
7Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
8Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.



Quanto uno spettacolo comico può aprire la mente?
Beh, ieri sera la chiusura dello spettacolo di Gioele Dix che raccontava la Bibbia "a modo suo" è stata fatta usando il brano di cui sopra. Momento di grande recitazione, direi. Ma mi ha dato uno spunto per riflettere (tenendo conto che Gioele Dix sa un sacco di cose che io non sapevo e mi ha lasciato piacevolmente sorpreso).

C'è un tempo per tutto, e prima o poi tutto verrà. Dio stesso contempla l'esistenza delle cose buone e delle cose brutte, e affida questa riflessione ad uno dei libri più "strani della Bibbia", esattamente quel libro che inizia con "Vanità delle vanità, tutto è vanità".

Ora io non sono un biblista e ho qualche scampolo di ricordo degli insegnamenti del Don Rossano su questo libro. E direi anche che è da un po' di tempo che io non mi prendo la Bibbia e medito su un passo (e anche quando lo facevo era più una rarità che una regola). Però questo passaggio mi ha riempito il cuore, perchè prevede per ogni cosa il suo tempo, anche per quelle cose che solitamente si ritengo contro il buon modo di comportarsi.

Perchè accanto al tempo di amare, di guarire, della pace, di serbare (che nella versione di ieri sera era di conservare) c'è il tempo di odiare, di uccidere, della guerra, di buttar via (che nella versione di ieri sera era di sperperare). Ma come? La Sua Parola prevede anche queste cose, che comunemente rifiutiamo. Io penso che non ci sia niente di più bello di questo perchè forse Dio che tutto vede e tutto sa, sa meglio di noi la nostra natura, e sa, e prevede, che siamo fallaci, che nella nostra vita ci sarà di sicuro un tempo per cui odieremo, che potrebbe esserci un periodo in cui "uccideremo" qualche persona a noi vicina, un periodo in cui sarà salutare lo sperperare. E per questo l'uomo non sarà giudicato.

Tante volte mi piace pensare che il fatto che ci abbia creato a sua immagine e somiglianza sia proprio perchè anche Lui alle volte, nella sua immensità, abbia commesso qualche errore e, in virtù di questo, possa capire che è nell'errore stesso la punizione che ognuno si trova a patire e che quindi non ci vuole un giudice che per forza ci giudichi, perchè noi stessi, anche se magari siamo atei, nel profondo dell'anima ci puniamo per i nostri errori.

Sempre nello spettacolo di ieri sera si parlava di un Dio che ama la risata (tanto che Isacco sembra voglia dire "figlio di una risata", su wikipedia viene tradotto con "Egli ride") e non punisce nemmeno la risata irriverente di Sara che quando Dio annuncia ad Abramo la sua futura paternità ride della Parola di Dio. Eppure, nonostante Lui ammonisca la già citata Sara che per lui nulla è impossibile, non la punisce. Anzi le conferma il dono del figlio. Molte interpretazioni potrebbero attribuire questo episodio alla sua immensa misericordia, invece a me piace pensare che Dio si sia messo a ridere con Sara perchè anche lui si è reso conto di aver detto una cosa che probabilmente oggi potremmo etichettare come una "barzelletta" e con lei ride per la sua gioia.

Tutto questo non è nient'altro che una mia riflessione, non vuole essere la VERA interpretazione della parola di Dio, ma semplicemente un pensiero come un altro su uno dei libri fondamentali per la vita spirituale di un uomo, per tale dev'essere presa.

Un saluto a tutti,
IlB@rdo